Il web è pieno di siti e blog che parlano di sostenibilità ambientale, efficienza energetica, case passive, certificazione energetica e chi più ne ha più ne metta. C’era proprio bisogno di un ingegnere che si mettesse a bloggare su questi argomenti? Proviamo a rispondere a questa domanda, che poi è il motivo per il quale ho preso in mano carta e penna.. ehm, tastiera e mouse!
Questo è il mio primo post ufficiale, mi pare doverosa pertanto una dichiarazione d’intenti, un manifesto come si diceva una volta (o mission se vogliamo essere più fighi).
Insomma mi sembra giusto spiegarti cosa voglio comunicare, perché voglio farlo e come intendo farlo.
Ti ho già raccontato di come è nata la mia passione per l’efficienza energetica degli edifici.
Non ti ho raccontato cosa è successo quando sono sceso in campo ed ho iniziato a confrontarmi con la realtà.
Dalla teoria alla pratica
Dopo essermi specializzato ho trascorso un periodo di tirocinio presso l’Agenzia CasaClima di Bolzano, durante il quale ho avuto modo di toccare con mano una realtà che ha stabilito degli standard di assoluta eccellenza per quanto riguarda la realizzazione di edifici confortevoli, salubri ed efficienti.
Rientrato alla base pieno di buoni intenti (e deciso a cambiare il mondo!!) ho ben presto realizzato che, come si dice dalle mie parti, avevo fatto i conti senza l’oste.
Nonostante i titoli conseguiti, tranne in rari casi, mi trovavo spesso a dover lottare per aggiungere un cm di isolamento in più, per impiegare un materiale piuttosto che un altro, per far passare una soluzione impiantistica particolare o, e questa era in assoluto la battaglia più dura, far capire l’utilità di un sistema di ricambio aria in casa.
I miei più accerrinimi nemici erano il principio del “si è sempre fatto così”, l’obiezione del “ma tanto chi controlla?” e la constatazione “già così è molto meglio di prima, non esageriamo”.
Gli accorgimenti costruttivi e le scelte di soluzioni fuori dall’usuale erano visti da parecchie maestranze come un’inutile lavoro in più e di conseguenza dai committenti come inutili costi da sobbarcarsi.
Spesso in cantiere mi sentivo uno che faceva terrorismo psicologico (o peggio ancora un rompipalle)!!
Passato un primo periodo di frustrazione ho iniziato a capire che il problema non era il mercato che non recepiva, ero io.
Che lavoro fai??
Un bel giorno ho fatto mente locale su una cosa che accadeva ogni volta che le persone mi ponevano la fatidica domanda.
Lo scambio di battute era più o meno sempre questo (utilizziamo come interlocutore un ipotetico signor Mario, anche per par condicio nei confronti dell’inflazionata signora Maria):
signor Mario: “Che lavoro fai??”
io: “Sono ingegnere edile e mi occupo di efficienza energetica degli edifici”
signor Mario: “Ah bello, ti interessi di pannelli fotovoltaici”
Al che io provavo a spiegare che sì, in tutto quello che facevo poteva scapparci anche un bell’impianto fotovoltaico, ma la mia sfera d’azione principale era a monte, ovvero nel progettare un’abitazione che consumasse meno energia possibile.
Poi magari quel po’ di consumo potevamo anche coprirlo con qualche pannello fotovoltaico!
Seguiva un evidente senso di smarrimento negli occhi del mio interlocutore.
Ho iniziato pertanto a realizzare che non c’era coscienza diffusa tra le persone che ci fosse un tecnico che si occupava di ottimizzare tutta la progettazione di un edifico affinchè questo consumasse meno energia possibile, garantendo agli occupanti confort elevato e benessere.
Per lo più si sapeva che c’era qualche obbligo legislativo e che c’erano delle detrazioni fiscali che avrebbero permesso di recuperare parte dell’investimento in efficientamento energetico.
Anche qui però c’era scetticismo, perché i soldi rientravano in dieci lunghi anni (“e và a sapere se lo stato te li da tutti”).
Nessuno si preoccupava di comfort termico e di qualità dell’aria nell’ambiente abitato neanche a parlarne.
Impariamo a nuotare
A quel punto mi era chiaro che tra il mio dire e il fare c’era di mezzo un bel mare.
Se reputavo giusto e conveniente che le persone facessero, dovevo dargli gli strumenti per attraversare quel mare.
Quando quello di cui ti occupi non viene percepito come utile e tanto meno necessario, hai voglia a pensare “peggio per loro” o a prendertela con la crisi, è tua responsabilità comunicarlo nella maniera adeguata!!
Il mio mantra è: se vuoi aiutare le persone a raggiungere un obiettivo, rendilo facile.
Richard Taler
Siamo quindi arrivati a rispondere al quesito che sollevavo nell’introduzione a questo post.
Ho deciso di bloggare per portare il mio modesto contributo alla creazione di una maggiore consapevolezza sull’argomento efficienza energetica degli edifici e su come questo aspetto debba andare di pari passo con la qualità dell’aria negli ambienti abitati.
Vorrei darti gli strumenti per fare le giuste richieste a chi si dovrà occupare di costruire o ristrutturare la tua abitazione, ed avere coscienza delle scelte da effettuare e dei problemi da prevenire.
Cercherò inoltre di fornirti qualche suggerimento su come gestire la tua abitazione efficiente in maniera ottimale, risparmiando un pò di energia e aumentando le condizioni interne di benessere.
L’obiettivo è aiutarti ad esser sicuro di ottenere il massimo del comfort, della salubrità e dell’efficienza energetica, accertandoti anche che vengano impiegati materiali più gentili con l’ambiente.
Il pianeta (e chi verrà dopo di noi) te ne sarà grato, ma, e se avrai la pazienza di seguirmi lo scoprirai, anche il tuo conto in banca e la tua salute!